Nella classifica stilata dal Fondo monetario internazionale in base alla crescita economica dei 180 Paesi del mondo, l’Italia occupa il penultimo posto, seguita solo da Haiti che è stata vittima del terremoto. Lo ha detto Enrico intervenendo a Santa Margherita di Pula (Cagliari) al convegno Linkontro, organizzato ogni anno in Sardegna da Nielsen e al quale partecipano oltre 400 top manager dell’imprenditoria italiana.
“È finito il tempo di scherzare e far baruffe altrimenti il nostro Paese rischia un’involuzione”, ha sostenuto Enrico, dipingendo uno scenario economico italiano scoraggiante. Per Enrico la soluzione è da ricercare in tre fattori: favorire l’occupazione giovanile, puntare alle infrastrutture e, in modo particolare, ai porti italiani che meriterebbero maggior autonomia e indipendenza e al ringiovanimento della classe accademica italiana. D’accordo con Enrico i rappresentanti della distribuzione italiana e dell’industria. Francesco Pugliese, direttore generale Conad, ha espresso forte preoccupazione per un tasso di disoccupazione giovanile intorno al 30% e per lo ‘shopping’ di imprese (come nel caso della Parmalat) che lascia un facile ingresso alle acquisizioni da parte di stranieri e ha puntato il dito sulla mancanza di progettualità politica.
“Il problema – ha detto Enrico – sono i soldi: l’azione di risanamento dei conti pubblici sarà durissima. Bisogna investire subito nell’istruzione pubblica. Dobbiamo spingere sulla crescita, ‘shakerare’ la nostra società e la nostra economia. E bisogna puntare sull’Unione Europea. Senza Europa – ha concluso – non può esserci un futuro”.
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