Entro l’estate legge elettorale e anticorruzione

Entro l’estate legge elettorale e anticorruzione

“Mi sento di indicare tre operazioni che il governo tecnico dovrebbe mettere in campo da qui fino al periodo estivo: la prima, aggredire il debito in modo significativo, che significa fare più di quello che Passera ha indicato nei giorni scorsi. Dobbiamo essere più ambiziosi e fare un’operazione che riesca a intervenire sullo stock di debito.Seconda, la questione dei crediti delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione: questa vicenda deve andare a soluzione. Terza, attraverso la spending review si devono trovare quelle risorse che servono per evitare l’aumento dell’Iva”. Lo ha detto Enrico Letta, vicesegretario del Pd, ai microfoni di Agorà, condotta da Andrea Vianello, su Rai Tre.

“Accanto al sostegno a queste tre operazioni – prosegue Letta – la politica deve fare due cose entro l’estate: la riforma elettorale, perché, se non cambiamo la legge elettorale, siamo all’agonia della Seconda Repubblica. E poi, deve chiudere la vicenda della corruzione. Dobbiamo dare un segnale che il nostro paese ha fatto un corale sforzo e dare un corale messaggio indirizzato a chi vuole rispettare le regole e a tutti gli investitori stranieri”.

“Agli Europei di calcio – aggiunge – tiferò Grecia come i tre quarti d’Europa, per motivi diciamo di ‘romanticismo’”. Portando poi il discorso sul piano politico, Letta spiega: “La Grecia ha fatto tanti errori in passato, però io non mi dimentico mai che gli errori greci sono stati permessi dai due Paesi più grandi, cioè Germania e Francia, che nel momento cruciale nel 2002, 2003 e 2004 hanno avuto una vigilanza sulla Grecia e hanno avuto un atteggiamento lassista perché avevano interessi anche loro.

Il problema dell’Europa non è la Grecia, che è il 2% dell’economia europea, ma che non c’è la capacità di dare l’indicazione di marcia, una direzione di unità politica, il fatto che siamo in grado di affrontare una crisi. Siamo là sott’acqua e non riusciamo a trovare le modalità. In Europa sono tre anni che si fanno vertici, in cui si fanno annunci che poi non si sa che fine fanno.

Il nocciolo della questione è la Germania e la visione corta della Merkel, che in questa situazione pensa: ‘oggi la Germania così com’è va benissimo, quindi niente cambi radicali, non facciamo il passo finale verso l’unione politica. una visione miope perché così l’euro si distruggerà, l’Europa si distruggerà e cadrà anche la Germania.

Quando fu fatto il G7, nel 1975, i sette furono decisi per motivi quantitativi, per forza economica. Di quei sette, quattro erano europei, due nordamericani e il Giappone. Se rifacessimo il G7 fra cinque anni, con gli stessi criteri, nemmeno la Germania sarebbe dentro, perché con i ritmi di crescita attuali sarebbe l’ottavo. Anche la Germania quindi ha interesse in un’Europa più unita”.