Giulio ha ragione a metà. Mettiamo i trentenni nel motore

Giulio ha ragione a metà. Mettiamo i trentenni nel motore

Intervista rilasciata da Enrico ad Alberto Gentili, pubblicata sul Messaggero, lunedì 18 aprile

Vicesegretario Letta, il governo litiga sugli immigrati. Tremonti sostiene che lavorano tutti, giovani compresi. Maroni dice il contrario.

Credo che Tremonti abbia voluto dire che gli immigrati sono utili e sono d’accordo. Ma sbaglia a lanciare il messaggio che la disoccupazione giovanile frutto del rifiuto dei lavori umili. La disoccupazione è un dramma, ha raggiunto livelli impressionanti: il 28% dei giovani non ha lavoro, al Sud uno su due né lavora, né studia. E siamo un Paese in cui mediamente i ragazzi escono di casa a 31 anni. Nell’Italia del boom economico i trentenni lavoravano, facevano figli e mantenevano i loro genitori. Nell’Italia di oggi i trentenni non lavorano, non fanno figli e sono mantenuti dai genitori. Insomma, siamo un Paese che non ha i trentenni nel motore.

Bello slogan. Proposte?

Bisogna fare un patto inter-generazionale: abbassare a 68-70 l’età pensionabile dei professori universitari, mentre attualmente si ritirano a 75 anni, e con le risorse risparmiate triplicare i posti di ricercatore per i trentenni. Serve poi una cura shock per battere il precariato e la disoccupazione: zero tasse per i datori di lavoro che assumono per 3 anni un giovane sotto i trenta. Ora spesso i genitori mantengono i figli e questo fa sì che non cerchino lavori disagiati.

Dunque dà ragione a Tremonti che sostiene che i giovani dovrebbero adattarsi ai lavori che fanno gli immigrati?

Il problema non forzare i giovani. Il problema è trovare occupazione all’altezza della qualificazione dei ragazzi. Detto questo, visto che siamo un Paese che non fa figli, per forza di cose l’Italia deve integrare e vivere con una quota di immigrazione. Dovremmo però farlo selezionando e attirando gli immigrati qualificati di cui abbiamo più bisogno.

Il Pd ha criticato la Lega e il Pdl per gli attacchi all’Unione europea. Trova giusto che i francesi blocchino i treni con i tunisini?

La Francia sbaglia. Ma Sarkozy trova facili alibi nell’atteggiamento della Lega e del governo italiano. Bossi che dice “fora d’i bal” è l’alibi per Sarkozy per affermare: “Non li vogliono loro, perchè dovrei prendermeli io?!”. Questa la dimostrazione che il populismo leghista, utilizzato per solleticare le paure della gente, alla prova di governo fallisce. E danneggia l’Italia.

Un mese fa Bersani però rilasciò un’intervista alla Padania per offrire un patto tra partiti popolari.

Sulle riforme come il federalismo si può e si deve lavorare insieme. Ma sull’immigrazione la Lega dimostra che il suo populismo è incompatibile con la capacità di governare il Paese. E noi siamo incompatibili con la Lega.

La Bce ha aumentato di nuovo i tassi d’interesse. Visco ha detto che serve una manovra di 4-10 miliardi. D’accordo?

Non cado nella trappola di dire, serve una manovra. Questo spetta a Berlusconi e a Tremonti. Affermo invece che è impressionante da parte del governo il tasso di sottovalutazione dei suoi stessi documenti: la scorsa settimana ha approvato il Documento economico e finanziario e un Piano nazionale di riforme che descrivono 5 anni di lacrime e sangue, al termine dei quali l’Italia si troverà impegnata a intervenire con tagli per 100 miliardi di euro. Vorrei sapere quale governo sarà mai in grado di fare ciò che c’è scritto nei documenti approvati da Berlusconi e Tremonti. Lì è descritta una cura da cavallo che ammazzerà il cavallo, invece Berlusconi non fa nulla per stimolare la crescita.

Anche quando governava l’Ulivo il Paese cresceva poco.

Con noi la crescita era sicuramente maggiore. Ma non mi interessa la polemica. Servono interventi a costo zero capaci di far scattare la ripresa. Ad esempio vanno rilanciate le infrastrutture mobilitando capitali privati. E ciò è possibile introducendo l’autonomia finanziaria per i porti, firmando i contratti di programma per gli aeroporti e siglando convenzioni per le nuove autostrade. Poi vanno restituite regole certe al settore delle energie rinnovabili, ucciso dal decreto fatto tempo fa dal governo. Infine, ma tante altre proposte sono contenute nel libro di Bersani, bisogna creare un campione nazionale delle reti energetiche in grado di primeggiare in Europa, fare business all’estero, creare occupazione in Italia. Ciò è possibile scorporando Snam-Rete gas dall’Eni, fondendola con Tema che gestisce la rete elettrica. Si tratta d’interventi a costo zero, di una politica economica d’attacco e non di spesa facile. Il governo non fa nulla.

Tra un mese si vota. Berlusconi dice che è un test nazionale.

Come sempre Berlusconi trucca le carte. Il 15 maggio, tranne che a Milano, Cagliari, Trieste, Latina, Macerata, si rinnovano amministrazioni dove governa il centrosinistra. Dunque a Berlusconi basterà  vincere anche in una sola altra città per cantare vittoria. Ma il vento è cambiato, anche a Milano la destra può perdere: il ciclo della Moratti è finito.

Ha visto l’escalation delle ultime ore del premier contro i giudici e Fini? Dove punta il Cavaliere?

Alza il tiro per creare un fuoco di sbarramento e preparare il terreno alla madre di tutte le leggi ad personam: quella che sospenderà, con un colpo di maggioranza parlamentare, il processo sul caso Ruby mentre è in corso il conflitto d’attribuzione sollevato dalla Camera contro i pm milanesi. Insomma, dopo i processi Mills e Mediatrade bloccati grazie alla prescrizione breve, tenteranno di fermare anche quello sul caso Ruby. Ci troveremo di fronte al sovvertimento di tutte le regole e a una situazione abnorme. Daremo battaglia.

Perchè il Pd non chiede a Napolitano di sciogliere il Parlamento?

Questa ipotesi l’ha fatta balenare tempo fa anche il Quirinale. Noi vogliamo le elezioni anticipate. Ma Napolitano è l’architrave che, in una situazione di conflitto permanente creata da Berlusconi, tiene insieme le istituzioni. Il Pd non deve complicare ulteriormente il lavoro del Presidente, già difficilissimo, tirandolo per la giacca.