Incertezza, crisi, instabilità. La via maestra della sussidiarietà

Incertezza, crisi, instabilità. La via maestra della sussidiarietà

“E l’esistenza diventa una immensa certezza”, è questo il filo conduttore della XXXII edizione del Meeting di Rimini, che si è svolto tra il 21 e il 27 agosto 2011 e che, come ogni anno, ha visto la partecipazione di personalità della politica, manager dell’economia, rappresentanti di religioni e culture, intellettuali e artisti, sportivi e protagonisti dello scenario mondiale, riuniti tra incontri, mostre, spettacoli e eventi sportivi. Come ogni anno, anche stavolta partendo dal titolo e dal tema che esso propone, si è discusso di economia, arte, letteratura, scienza, politica, problemi sociali, musica di ogni genere, con la curiosità e trasversalità tipica dell’evento.

“Non ravviso alcuna provocazione nel titolo – ha detto Enrico, intervenendo in qualità di membro dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà all’incontro ‘150 anni di sussidiarietà’, insieme a Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati e fondatore dell’Intergruppo, alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – . Perché l’esistenza di chi politica la fa quotidianamente ruota intorno a un’immensa e solida certezza. Politica nella sua più alta accezione: quella che non la riduce a “mestiere”, che non la confina a “strumento” né di bassi interessi privati, né di azzardate narrazioni di mondi perfetti, che non la immiserisce a marketing o a captatio benevolentiae”.

“Certo – continua poi – , potremmo dividerci, in alcuni casi, sulla definizione di “migliore”, ma la certezza che la cura e l’amministrazione della polis debbano essere improntate a questa continua e giornaliera ricerca è ineludibile. È la premessa, l’obiettivo e l’essenza stessa del fare politica. Se così fosse per tutti, la discussione sul come e con chi, su cosa sia più o meno urgente o più o meno buono, non si trasformerebbe mai in guerriglia o, come spesso accade, in sterili opposizioni dialettiche. Potremmo recuperare lo spirito dei padri costituenti e ancora, prima di loro, di chi ha lottato – fino al sacrificio della propria vita – perché l’Italia fosse una e indivisibile”.

E conclude affermando come “le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità dovrebbero servire anche a questo: a riconquistare una dignità e severità dell’azione politica tale da arricchirla e renderla davvero partecipata, condivisa e compresa, pur nelle diversità delle varie posizioni, da tutti”.

Leggi la sbobinatura dell’intervento di Enrico.

Leggi l’articolo di Enrico sul Corriere delle Opere.

Leggi l’articolo di Enrico su Atlantide.