Un altro centrosinistra

Un altro centrosinistra

Articolo pubblicato su «Europa» di mercoledì 9 giugno

Meno politica e più politiche. Tre giorni per parlare di tasse, immigrazione, welfare, pmi, Europa, rapporti Nord-Sud. Senza tabù e senza reticenze, lanciando la sfida di riportare il Pd nel cuore di quel Nord in cui sembra, talvolta, che noi democratici abbiamo perso l’ambizione a un pieno diritto di cittadinanza (elettorale).

Questo si propone di essere, nel prossimo weekend, la prima edizione di Nord Camp, organizzata dall’Associazione TrecentoSessanta. Un’occasione di dialogo franco e costruttivo dentro e fuori il nostro partito, per provare ad affrontare senza pregiudizi i temi decisivi dello sviluppo e del futuro.
Abbiamo pensato la nostra tre giorni anche come contributo al percorso iniziato tutti insieme con l’Assemblea nazionale di maggio e che il prossimo 19 giugno, sui temi della politica economica, del lavoro e dello sviluppo, troverà, come ha annunciato ieri il segretario Bersani, un momento importante di mobilitazione per dare voce a tutti i protagonisti colpiti dalle scelte sbagliate del governo.

A maggio l’Assemblea nazionale ci ha visto decisi e attivi sostenitori di un ulteriore cambio di marcia capace di coinvolgere e attivare le tante forze positive che guardano con attenzione e disponibilità (anche se qualche volta con un po’ di apprensione) al Partito democratico. Crediamo sia utile dire che adesso è il momento di andare oltre gli schemi congressuali. Parlare di università, lavoro, green economy ci ha aiutato a dare un messaggio di reale unità e a recuperare in credibilità rispetto a un governo che nasconde le proprie inefficienze e la propria incapacità di operare vere riforme dietro il fumo di operazioni mediatiche efficaci solo nel breve periodo.

Per questo continuiamo a scommettere sulla concretezza di scelte su cui costruire una nuova piattaforma di centrosinistra. Ci anima infatti, la convinzione che cambiare sia possibile e doveroso per un paese che continua a scaricare il prezzo delle sue crisi sempre sui soliti noti, in particolare quando sono giovani. Per questo ribadiremo che ridurre le tasse su chi lavora e produce è di centrosinistra se questo permette di spostare i carichi fiscali e investire su politiche di rilancio a favore dei meno tutelati. E diremo che anche tagliare la spesa pubblica improduttiva è di centrosinistra, perché vogliamo essere il partito che non vuole più stato ma uno stato migliore.
Così come distinguere tra immigrati che rispettano le regole e quelli che non le rispettano, regioni meridionali che hanno saputo investire in maniera virtuosa le risorse europee e quelle che le hanno sprecate.

Di questo e di tanto altro parleremo da domani fino a sabato a Vicenza e Verona, provando a riprendere l’idea di un «patto del merito» fra le migliori imprese, i giovani più meritevoli, le amministrazioni locali più virtuose. Chiederemo che vengano premiate, anche dalle scelte del governo, le realtà che possano costruire l’infrastruttura innovativa del paese del futuro, interloquendo con chi testimonia una capacità amministrativa virtuosa o con i sindaci che dimostrano come anche nel Veneto leghista si possa ancora vincere.

Insieme a noi ci saranno giornalisti ed esperti, docenti e segretari di partito, militanti e giovani democratici. Il tutto ricordando la lezione, in questo tempo attualissima, di Beniamino Andreatta: «Se la politica tende a frantumarsi, non c’è altra risposta che dimostrare che essa possiede ancora in sé la dedizione, la volontà d’impegno, le risorse per concentrasi sui doveri che si hanno verso il paese di cui si è figli».

Enrico Letta e Francesco Russo

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