Venerdì il decreto, poi subito il piano lavoro

Venerdì il decreto, poi subito il piano lavoro

Il governo Letta a SpinetoNicola Pini per AVVENIRE, 14 maggio 2013

Arriverà venerdì prossimo il decreto del governo sull’Imu e la cassa integrazione in deroga. Al termine del “ritiro” con i ministri nell’abbazia di Spineto, il premier Enrico Letta fissa la data di approvazione del Dl rinviato la scorsa settimana mentre allarga ad altri due temi forti la road map dei primi cento giorni di governo per quanto riguarda l’economia.
Due obiettivi dei quali il primo ministro si è limitato a dare solo i “titoli” in conferenza stampa: più lavoro per i giovani, e un pacchetto di «agevolazioni fiscali» per aiutare «gli italiani che vogliono fare»: insomma, par di capire, incentivi fiscali e burocrazia più leggere per chi investe e assume.
Il governo guarda quindi già oltre la scadenza di venerdì e punta, come ha detto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini nell’incontro, a spianare il terreno per arrivare a 100mila nuovi posti per i giovani. Nel piano, per ora solo abbozzato, si prevede tra l’altro una sorta di staffetta fra giovani e anziani, con l’ingresso di due neo occupati con contratti atipici a fronte del pensionamento di un “vecchio” lavoratore.

Restando al lavoro dei prossimi giorni, le «difficoltà tecniche» relative al decreto Imu-Cig
descritte dal ministro Saccomanni non sono ancora risolte. Per quanto riguarda l’imposta sulla casa il provvedimento, oltre a sospendere il pagamento delle prima rata sull’abitazione principale, punta ad estendere gli sgravi agli immobili delle imprese. Richieste in tal senso arrivano anche da albergatori e commercianti. Di per sé il passaggio non richiede una copertura finanziaria immediata che sarebbe poi trovata nell’ambito delle riforma complessiva preannunciata per settembre. In realtà, data
l’esiguità delle risorse, l’estensione dei benefici (gli immobili di impresa nel 2012 davano un gettito di 6 miliardi) potrebbe pregiudicare quel taglio radicale sulla prima casa (vale in tutto 4 miliardi l’anno) chiesto dal Pdl (mentre il Pd punta a una rimodulazione parziale, limitata ai ceti mediobassi).

La partita vera si giocherà a settembre,ma il passaggio del decreto non è ininfluente sull’esito definitivo e i partiti lo sanno.
Secondo Palazzo Chigi, la riforma dovrà ricomprendere, oltre alla riscrittura dell’Imu, anche la Tares sui servizi e misure sugli affitti e i mutui capaci di arrestare il crollo del settore immobiliare e dare maggiori chance ai giovani di accedere al bene casa.
Da oggi i tecnici dei ministeri saranno al lavoro in vista del Cdm di venerdì per “pesare” le diverse ipotesi di tagli fiscali, e assicurare ai Comuni l’anticipo del gettito mancato (operazione che dovrebbe coinvolgere la Cassa depostiti e prestiti). Poi toccherà a governo e maggioranza decidere. Sull’Imu,
come sul rifinanziamento della Cig in deroga per il 2013. In questo caso però i soldi vanno trovati subito e i sindacati continuano a contrastare l’ipotesi di prenderli dai fondi già a bilancio destinati alle politiche per l’occupazione a agli sgravi di produttività.
L’obiettivo del governo è di trovare almeno un miliardo di euro (per i sindacati nel serve uno e mezzo) rinviando ai prossimi mesi eventuali altre tranche. C’è chi non esclude poi che già nel primo pacchetto
entrino altre spese inderogabili, come il finanziamento delle missioni estere o gli esodati.
Sul nodo coperture è impegnato soprattutto il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni
che nel vertice di Spineto ha detto ai colleghi di non voler essere «il ministro dei tagli» e ha chiesto massima collaborazione per trovare «le risorse necessarie a realizzare il programma di governo», preannunciando tra l’altro una nuova spending review per colpire gli sprechi.