Scuole post lauream: stop a disparità tra medici e non medici

Quanto vale la formazione post lauream per gli specialisti del sistema sanitario nazionale? Nemmeno un euro e nessuna garanzia di percorso professionale per i non medici, un contratto di formazione per tutta la durata del corso, uno stipendio mensile di circa 1800 euro netti, la copertura previdenziale, la maternità e tutti i diritti che spettano a un qualunque lavoratore per i medici. Da ultimo, con la Riforma Gelmini, per i soli medici l’ultimo anno di specializzazione equivale al primo di dottorato.

Eppure, laureati medici e non  medici (farmacisti, biologi, chimici, psicologi e specializzandi delle scuole afferenti all’area medica) frequentano le stesse scuole di specializzazione, seguono lo stesso percorso formativo “a tempo pieno” e lavorano fianco a fianco nelle strutture del servizio sanitario nazionale che spesso, senza di loro, non riuscirebbe a soddisfare, nemmeno parzialmente, il diritto alla salute garantito dalla Costituzione.

La “stortura” del sistema è evidente: da un lato, il “non medico”, non essendo tutelato da un contratto e non percependo retribuzione, ha enormi difficoltà a conciliare la propria specializzazione professionale con la necessità di provvedere alla propria sussistenza, dall’altro, è altissimo il rischio che la specializzazione diventi un “lusso” per chi ha alle spalle una famiglia in grado di mantenerlo.

Inoltre, poiché l’ordinamento giuridico riconosce a tutti i lavoratori il diritto ad una equa retribuzione, i Tribunali italiani stanno riconoscendo anche a distanza di venti anni, importanti indennizzi ai medici che, specializzatisi negli anni ’80, non avevano ancora riconosciuto a loro favore il contratto di cui oggi godono. Per timore di essere in futuro assoggettate all’obbligo di indennizzare gli specializzandi non medici, diverse Università hanno preferito non far partire i corsi delle scuole di specializzazione. Con un grave effetto sulla capacità del sistema italiano di trasferire cultura scientifica.

La questione è stata recentemente oggetto di dibattito in un Convegno organizzato dall’Università di Pisa, al quale ha partecipato Francesco Sanna, senatore del Pd, in qualità di primo firmatario di un disegno di legge per l’equiparazione dello status contrattuale ed economico dei laureati specializzandi medici e non medici che afferiscono alle scuole di specializzazione di area sanitaria.

Sulla stessa lunghezza d’onda si muove, alla Camera dei deputati, la proposta di legge sulle disposizioni per l’equiparazione dello status giuridico ed economico dei laureati specializzandi medici e non medici, a firma, tra gli altri, di Guglielmo Vaccaro, deputato del Pd.

Qui, il saluto al convegno di Pisa e l’augurio di Enrico Letta, vicesegretario del Pd, affinché si giunga presto a una soluzione del problema in Parlamento.

Infine, per comprendere a fondo cause e conseguenze della questione eccone una scheda esplicativa.