Pd, Letta: “Io in politica? Sono ‘molto sereno’, sto benissimo dove sto ora. Ho l’impressione che si scambi il voto per un like”

Pd, Letta: “Io in politica? Sono ‘molto sereno’, sto benissimo dove sto ora. Ho l’impressione che si scambi il voto per un like”

Io di nuovo in politica? Le posso dire che sono ‘molto sereno’, sto benissimo qui dove sono”. Così, mutuando una celebre frase di Matteo Renzi rivolta proprio a lui, Enrico Letta risponde a Corrado Formigli, in una intervista a Piazzapulita (La7). “Quello che sto facendo adesso per me è una bellissima esperienza professionale” – continua – “Vivo del mio lavoro, non mi manca il Parlamento, faccio politica a mio modo. Pd? Non sono più iscritto, ma andrò a votare alle primarie del 30 aprile, anche se all’inizio avevo molti dubbi ed ero molto, molto incerto. Voterò Andrea Orlando, che è il candidato che mi sembra voglia unire”. “Considera Renzi un leader troppo divisivo?”, chiede Formigli. “Beh, non c’è bisogno che lo dica io”, risponde, ridendo, Letta. L’ex presidente del Consiglio si esprime anche sul populismo: “L’establishment usa il concetto di populismo come Manzoni faceva con la peste, cioè per spiegare cose di cui non si capiscono le cause e per scaricare le colpe su altri. In realtà è anche colpa delle classi dirigenti che hanno guidato i vari paesi. Negli Usa se ha vinto Trump è anche colpa dei due partiti che volevano ricandidare Bush e Clinton 24 anni dopo. E’ un modo per dire che la colpa è di altri”.

Poi analizza la situazione attuale della politica: “Ho l’impressione che si scambi il voto per un like alle volte, cioè si pensa che il voto non sia così pesante come deve essere. Ma in democrazia non si può “defolloware”. Credo che qui ci sia un grande problema democratico. M5S? Non so se voglia davvero governare e mi sembra che abbia persone molto diverse tra di loro. Basti vedere due primi cittadini del movimento: mi sembra che Chiara Appendino sia una persona più che ragionevole. Non mi sembra, invece, che Virginia Raggi stia facendo bene a Roma. Il prossimo governo italiano avrà davanti scelte gravose in una Europa divisa”.

Sintesi tratta dal sito del Fatto Quotidiano