Le grandi decisioni si giocano a Bruxelles

Le grandi decisioni si giocano a Bruxelles

Intervenendo ai lavori della summer school della Delegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo, Enrico Letta ha risposto ad alcune domande provenienti dai militanti del Circolo PD di Bruxelles, eccone alcune raccolte in forma di intervista. Leggi il documento completo.

 

L’Italia ha fatto i suoi compiti a casa o li sta facendo, ora toccherebbe all’Europa. Come possiamo fare per  arrivare a un accordo ambizioso?

Bisogna mettersi insieme a tutti quelli che la pensano come noi e chiedono l’unione politica. Questo è il momento giusto per farlo: uno snodo decisivo perché, mai come oggi, le grandi decisioni si giocano a Bruxelles e non a livello nazionale.

 

Europa politica significa anche che in futuro i cosiddetti “diktat” di Bruxelles saranno frequenti…

No, dovrà esserci – e ci sarà – sussidiarietà. Come in Italia: Roma non dice a Bologna come si devono fare le cose a Bologna; così Bruxelles non darà la linea alle decisioni assunte da ogni Paese su questioni concrete ‘domestiche’. Roma manterrà poteri su scala nazionale, ma tante competenze anche nazionali saranno inquadrate – come già in larga parte lo sono – in una logica europea e comunitaria. Credo molto nella sussidiarietà e nell’interazione tra livelli istituzionali diversi in un’architettura perfettamente integrata ed equilibrata. È la strada giusta.

 

In questo progetto qual è Il ruolo dei giovani e degli italiani all’estero?

Ritengo che la partita europea debba essere giocata soprattutto sui giovani e dai giovani. Perché l’Europa del passato è stata quella di Mitterand e Kohl che si tenevano per mano al cimitero di Verdun: era una sorta di recupero rispetto ai drammi della guerra. L’Europa del futuro sarà quella della convenienza degli Stati membri a ‘stare insieme’ per ricostruire un ordine dopo la crisi globale con un nuovo paradigma di sviluppo che restituisca prospettive soprattutto alle giovani generazioni. Questo è il grande tema e intorno a questa sfida dobbiamo coinvolgere i giovani, a partire proprio da chi vive al momento un’esperienza europea.