Contribuiremo ma il governo dica tutta la verità

Contribuiremo ma il governo dica tutta la verità

“Al governo diciamo: sia serio, dica la verità in Parlamento sulle cose che vuole fare e su quello che la Bce ci ha chiesto. Non venga alla Camera a raccontare titoli generici, come ha fatto oggi con le parti sociali, cui ha detto solo vaghi principi e vaghe enunciazioni”. Così Enrico parlando ai giornalisti nella sede del partito, dove dalle 18 è in corso una riunione del segretario Pierluigi Bersani con alcuni dei parlamentari delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato. L’incontro serve a delineare la strategia del Pd in vista dell’informativa di domani in Parlamento del ministro Giulio Tremonti. Sono stati perciò invitati a partecipare diversi dirigenti del partito, tra i quali la presidente Rosy Bindi e Walter Veltroni. Enrico quando la riunione è ancora in corso, spiega che il Pd chiede al governo innanzitutto “verità”. Da parte sua, il Partito democratico “vuole contribuire a salvare il Paese in un momento drammatico, in uno spirito di coesione nazionale, come chiesto dal capo dello Stato”.

“Il governo se ne dovrebbe andare, perché questo è capitato a tutti i Paesi europei che sono andati in default, la Grecia, il Portogallo e ora anche la Spagna. Ma domani noi chiederemo al governo di dire come stanno le cose e come si vuole uscire da una fase così drammatica, nella quale c’è stato il commissariamento della Bce, di Parigi e di Berlino”, sottolinea il vicesegretario del Pd. Precondizione perché “lo spirito di coesione” possa realizzarsi, spiega Enrico, è che “il governo dica la verità in Parlamento: dica con grande chiarezza cosa intende fare”.
“Se la logica sarà quella della serietà, noi – prosegue – metteremo in campo le nostre proposte per la ripartenza del Paese: uno Stato più snello, liberalizzazioni, lotta all’evasione fiscale, un maggior impegno a favore di chi vuol fare ripartire l’economia, solidarietà ed equità. Chi ha di più, più contribuisca al consolidamento del Paese in una logica di forte europeismo”. “Noi diciamo con chiarezza – ribadisce Enrico – che sacrifici se ne devono fare, ma devono cominciare a farli la classe politica e le istituzioni. E poi chi più ha, più contribuisca. Perché se questo viene meno, viene meno anche la coesione nazionale”.