Il Papa insegna l’Europa

Il Papa insegna l’Europa

Enrico Letta per La Stampa, 12 marzo 2016

Pape_François_Parlement_européen_Strasbourg_25_nov_2014_15Il Papa che scuote l’Europa, la chiama “Europa nonna” a Strasburgo, e, da primo Papa non europeo della storia, dice quanto bisogno abbia il mondo di un’Europa dinamica e giovane dentro.

Il Papa che urta le nostre coscienze andando nel mare di Lampedusa a pregare per i migranti morti nel Mediterraneo, con un gesto che ha avuto tutta la forza della profezia, pensando a quanto la vicenda delle migrazioni sia diventata centrale sconvolgendo l’agenda politica europea.

pope francis lampedusa

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Il Papa a Cuba che fa fare la pace a Obama e Castro e chiude l’ultimo lascito della Guerra Fredda, lanciando un monito chiaro a chi vorrebbe oggi o domani ricominciare con antiche ostilità novecentesche.

poe cuba
Tre immagini che estraggo dal film dei tre anni del Pontificato più inatteso e più straordinario che si potesse immaginare. Sono tre immagini diverse tra di loro, ma tutte caratterizzate da una linearità, da una forza e da una efficacia che lasciano senza parole soprattutto se inserite nel contesto del tempo di oggi . Un tempo nel quale la comunicazione travolge tutto e travolge anche se stessa. Molti critici avevano pensato che il ritmo di emozioni forti con le quali Papa Francesco stava rilanciando il ruolo del cattolicesimo nel mondo non avrebbe retto e si sarebbe tramutato in un boomerang. Tutt’altro. E la storia di questi tre anni ci dice che nonostante le grandi cose che abbiamo viste finora c’è da aspettarsi probabilmente ancora di più.
Sapendo soprattutto che gli eventi legati a quelle tre immagini non sono “colpi di comunicazione”, non sono istantanee per un titolo di telegiornale, non si esauriscono la mattina dopo. Quelle tre immagini marcheranno la storia di questi anni, lasciando un segno indelebile e cambiando i destini di intere comunità di donne e uomini. Perché la scelta di Papa Francesco è quella di entrare nelle contraddizioni del nostro tempo e di non tenere la Chiesa lontana, astratta, in un limbo di purezza e perfezione.