Letta vuole formare i giovani: «Farò una scuola di politica»

Monica Guerzoni per il Corriere della Sera – 18 aprile 2015

Enrico Letta scommette sul futuro e riparte dai giovani. Nelle conclusioni del libro «Andare insieme, andare lontano» in uscita il 21 aprile per Mondadori, l’ex premier annuncia la fondazione di una «Scuola di Politiche» aperta a ragazzi tra i 19 e i 25 anni. Nell’insegna potrebbe essere inciso il motto «astenersi carrieristi», visto il convincimento maturato negli ultimi tempi: «Tra i più giovani impegnati nei partiti spesso prevale una corsa alla carriera che spinge al professionismo politico».
Palazzo Chigi gli ha insegnato che «se vivi solo di politica e ti circondi solo di persone che non sanno far altro che quello, il tuo orizzonte si restringe e la capacità di vedere quello che accade fuori da quei Palazzi si annacqua». Ha intessuto relazioni con premier e capi di Stato e ora vuol mettere al servizio dei giovani la «straordinaria ricchezza» che gli deriva dall’aver incontrato, nella vita, «servitori delle istituzioni e grandi costruttori di Europa».

Letta animerà la scuola in prima persona, sceglierà i docenti (anche stranieri) e accompagnerà lui stesso i ragazzi a conoscere le istituzioni italiane e comunitarie. E se sarà una «piccola» scuola è perché la selezione non dovrà avvenire per censo, ma sulla base della passione e del talento. «Viaggeremo molto sulla rotta Roma Bruxelles, cercando di coprire le spese con borse di studio» anticipa il fondatore, che domani sera spiegherà il progetto in tv da Fabio Fazio.
Prevedibilmente il corso di studi sarà molto lontano dalla «scuola politica» annunciata un anno fa da Renzi, quando disse che nella nuova Frattocchie del Pd «si dovranno studiare anche le serie tv». Stando alle cronache il premier in carica è un estimatore di House of Cards , mentre per Letta il mefistofelico Frank Underwood impersonato da Kevin Spacey è il simbolo di un virus che sta contaminando la politica italiana. «La realtà rischia di superare la finzione» è il timore dell’ex capo del governo, determinato a fare la sua parte per fermare la deriva: «Ogni volta che in tv passa la pubblicità di House of Cards penso che questo modello di politica non mi piace, non posso e non voglio rassegnarmi».
I complotti, gli intrighi del potere, il cinismo, il calcolo e l’ambizione senza freni resteranno fuori dalla porta dell’accademia lettiana, fondata sui pilastri del «pensiero pesante». L’etica, il senso delle istituzioni, l’esercizio del dubbio, la disponibilità ad ascoltare le ragioni dell’altro…
Quattordici mesi fa la «staffetta» con Renzi lo spodestò da Palazzo Chigi. Letta avrebbe potuto restare in campo e costruire l’alternativa a colpi di critiche quotidiane, affermando ad esempio, come si legge nel libro, che «la contrapposizione tra politica e tecnocrazia è l’ultima riserva dei populisti». Ora è evidente che l’ex premier ha scelto un’altra strada: «Impegnarsi in un paziente e appassionato sforzo educativo».

Perché in questo anno di clausura, studio e scrittura si è convinto che il suo primo dovere sia «far “circolare” i propri talenti, secondo la parabola evangelica».

Sui banchi della «Scuola di politiche» si imparerà «la differenza più importante di tutte, quella tra governare e comandare». Si studierà per diventare competenti e rigorosi. Per fare bene, oltre che in fretta. E la frequenza sarà il fine settimana, perché possa partecipare anche chi studia o lavora. Assistendo con un po’ più di distacco al discutibile spettacolo della politica italiana Letta ha compreso che a dipendere, anche economicamente, dalla politica, si rischia di essere una persona «meno autonoma e meno libera di quanto dovrebbe essere chi è chiamato a un compito solenne come servire la cosa pubblica».
Il prossimo ottobre si parte e se le richiesta dovessero superare il numero dei posti si farà una selezione attraverso il sito www.enricoletta.it. «Sarà un’attività faticosa, ma sicuramente molto bella… Io ne sarò il primo beneficiario».