«Fini e Casini lo mollino sul salvacondotto personale»

«Fini e Casini lo mollino sul salvacondotto personale»

Intervista rilasciata da Enrico a Francesca Schianchi pubblicata su «Il Secolo XIX» il 4 ottobre 2010

«Dopo il Berlusconi buonista e il discorso fatto alle Camere per prendere la fiducia, me lo aspettavo che ci sarebbe stato il tono da campagna elettorale. Zelig – Berlusconi ci ha abituato così: cambia faccia e tono incurante della contraddizione che questo comporta», sospira il vicesegretario del Pd, Enrico Letta. Convinto che questa maggioranza non può  reggere e sarà presto ora di presentare un nuovo programma elettorale: «Venerdì e sabato a Varese noi del Pd discuteremo di fisco, immigrazione, scuola: voteremo documenti che saranno il cuore del nostro programma».

Letta, nel comizio milanese del premier si è assistito a un attacco frontale alla magistratura.

«Siamo al berlusconismo al crepuscolo, in cui l’unica sua priorità è avere un salvacondotto personale. Questo mentre a Bruxelles si sta costruendo una riforma del patto di stabilità che non tiene conto delle esigenze dell’Italia: se sarà applicata imporrà 35 miliardi di tagli all’anno per tre anni. Invece di fare un comizio contro i magistrati, dovrebbe pensare all’Italia e questo mi sembra un problema chiave».

Invece lui attacca il “famigerato” pm De Pasquale e chiede una commissione parlamentare d’inchiesta per i magistrati…

«Una personalizzazione intollerabile… Non vedo nessun motivo per cui si debba fare una commissione d’inchiesta. I toni usati da Berlusconi dovrebbero spingere Casini e Fini a non dare ulteriori aperture al Lodo costituzionale. Mi sembra chiaro il ricatto: o mi date il lodo, o metto a ferro e fuoco le istituzioni».

Berlusconi è anche tornato sulle famose barzellette dei giorni scorsi: sono risate terapeutiche, sostiene.

«Bossi e Berlusconi negli ultimi dieci giorni si sono distinti per le battute da osteria, abbiamo assistito alla prima assoluta di un ministro che dà dei porci agli abitanti della capitale e un premier che bestemmia. Uno spettacolo indegno, indecoroso. Mi sento di dire che sono due incontinenti ed è bene che vadano in pensione, per il bene anche del centrodestra. Lascino il posto a Maroni, Lupi o altri».

A proposito della bestemmia stigmatizzata da “Avvenire” e “Osservatore romano”: il premier nel comizio non a caso ha citato la Chiesa…

«Ho notato un cambio nelle ultime settimane da parte del mondo cattolico, una presa di distanza dal premier. Non dico che questo si tramuti in voti verso di noi, ma c’è senz’altro una percezione di fastidio».

Il premier dice: Andiamo avanti così. I finiani già hanno detto no alla Commissione d’inchiesta. Le sembra possibile andare avanti?

«Quella dei giorni scorsi, ha ragione Bersani, è stata la fiducia del cerino. Con lui che dice tutto il possibile sulla magistratura e Fini che dice l’opposto. La separazione ormai è avvenuta: ma come nei divorzi a volte non si vuole prendere atto e si trascinano le cose a lungo… Mi pare comunque che l’intervista di oggi sul “Corriere della Sera” del ministro Maroni dica chiaramente che si va a votare a marzo. E così Berlusconi è già in campagna elettorale».

Lui dice che se cade il governo si va al voto. Voi dite mai più alle urne con questa legge elettorale…

«Noi tenteremo di tutto per cambiare questa legge elettorale in Parlamento in tre mesi e andare a votare a marzo, con un governo istituzionale, quindi neutrale, che faccia da arbitro, perché di questo presidente del Consiglio è difficile fidarsi».

Pronti anche a un accordo con Fini e Casini sulla riforma elettorale?

«Con Casini il discorso è avviato da tempo. Con Fini, il suo interesse per il cambio della legge elettorale è stata la grande novità pronunciata a Mirabello. È un elemento che vogliamo cogliere e ci lavoreremo, alla luce del sole. Da martedì, quando prenderà il via il percorso di creazione del partito di Fini, sonderemo».

Prove tecniche di un’alleanza con Fini anche alle elezioni?

«Oggi discutiamo della legge elettorale. E per ora ci fermiamo qua».