“Politica è andare insieme. No al leader-demiurgo”

“Politica è andare insieme. No al leader-demiurgo”

cover libro ELIntervista rilasciata a Marco Ballico per Il Piccolo il 21 maggio 2015

Racconta di aver dato, pure lui, il primo via libera alla riforma della scuola. Ma, precisa, ciò non significa che quel testo, «pur migliorato», lo abbia convinto. Anzi, «siamo davanti al rischio dell’occasione persa». Enrico Letta, tra poche settimane, sarà da un’altra parte (come annunciato, si dimetterà dal Parlamento per assumere un incarico all’università di Parigi) e dunque preferisce non rispondere alle sollecitazioni sul doppio ruolo di Debora Serracchiani e sul suo possibile bis in Regione nel 2018. Ma sul presente l’ex premier non si tira indietro, confermandosi critico del governo Renzi non per “vendetta” personale, ma sui fatti. «Questione di onestà intellettuale: quando fa delle cose sbagliate, penso di poter intervenire», dice l’ex presidente del Consiglio, comprensivo con l’esecutivo alle prese con la «mazzata» del caso pensioni, duro invece con il Pd che mette in campo in Campania la lista degli impresentabili.

Dopo aver contestato la riforma della scuola, l’ha votata. Come mai?

Si è partiti col piede sbagliato, ma la Camera ha iniziato a migliorare il ddl. Servirà ora un ulteriore sforzo del Senato.

Che cosa manca per centrare il risultato?

Se non si discute dei grandi temi dell’educazione e soprattutto degli studenti, anziché una riforma ci troveremo davanti un’occasione persa. Purtroppo la vicenda si è infilata in mille discussioni in burocratese. Si sta evitando il peggio, ma ci si aspettava altro.

La minoranza del Pd ha “usato” il sindacato in questa battaglia?

È una partita in cui ci sono famiglie, studenti, insegnanti, sindacati. Sono entrati tutti in gioco.

Che cosa imputa a Renzi su questo fronte?

L’eccesso di personalizzazione è un male della politica di oggi. La logica del sindaco d’Italia per cui si dà tutto in mano a una persona, nelle cose concrete, non può funzionare.

Tocca a quella persona farsi aiutare?

Il titolo del mio libro è “Andare insieme, andare lontano”. Quella è la direzione: assu mersi le responsabilità, ma non comportarsi da leader salvifico, da demiurgo. La storia dell’Italia insegna altro.

Sul tema delle pensioni come si è comportato Renzi?

Non mi sento di dargli la croce addosso. Il governo si è trovato di fronte all’applicazione di una sentenza assolutamente imprevista e molto complessa, oltre che costosa. Qualunque governo si sarebbe trovato in difficoltà. Come se in una famiglia, fatti i conti al centesimo, arrivasse una spesa inattesa e non comprimibile.

Il premier ha però sbagliato a parlare di “bonus”?

Il governo sta cercando di cavarsela. Ed è oggettivamente complicato fare diversamente.

Lei utilizzerebbe gli “80 euro” per pagare le pensioni?

Il problema degli 80 euro è come farli durare. No, sono due categorie economiche diverse. Non scambiabili.

Del partito della nazione, invece, che pensa?

Finora non si è capito cos’è. Impossibile, al momento, pensarne qualcosa.

Sembra al contrario che lei abbia molto chiaro che, in Campania, il Pd ha sbagliato a schierare trasformisti e indagati.

Se fosse stato Berlusconi a candidare alla presidenza De Luca, la cui eventuale elezione contrasterebbe con una legge vigente, saremmo scesi in piazza. Il Pd è sempre stato per la legalità: in questo caso la discontinuità risulta evidente e incomprensibile. Se anche il centrosinistra inizia ad applicare la doppia morale, temo che in breve tempo la gente ritornerà a votare in massa Grillo.

Dopo l’addio di Berlusconi, che ne sarà del centrodestra?

Spero avvenga qualcosa perché in Italia c’è bisogno di un centrodestra. Quello di oggi è privo di qualsiasi prospettiva.

Che aria sente per il Pd alle regionali?

Tutto sommato buona. Le alternative, tolto il M5S, sono messe molto male. Ma le regionali non avranno un valore politico. Il loro peso è solo amministrativo.

È ancora un Renzi da 40%?

Lo vedo ancora forte.

Ritiene possibile la vittoria di Alessandra Moretti in Veneto?

Speriamo che vinca, ma onestamente non sono in grado di fare previsioni.