Stiamo uniti, tra una settimana cadrà il governo

Stiamo uniti, tra una settimana cadrà il governo

Intervista di Enrico rilasciata a Carlo Bertini, pubblicata su «La Stampa» di sabato 25 settembre 2010

Il governo cade la prossima settimana, è evidente che ormai è attaccato con lo sputo. Lo scontro Berlusconi-Fini non ha altro sbocco possibile e visto che l’obiettivo è vicino, noi dobbiamo essere compatti per togliere di mezzo questo esecutivo». Passate 24 ore dalla resa dei conti del PD, Enrico Letta è convinto che non si debba parlare di «tregua, ma di rilancio di un’alleanza interna solida, perché da un momento all’altro la situazione può precipitare». Fatta questa premessa, il numero due del partito resta convinto che se vi fosse tempo per svolgere le primarie prima delle urne, le vincerebbe senza dubbio Bersani, ma se per ipotesi dovesse prevalere Vendola  si aprirebbe un problema serio.

Ora però il controcanto quotidiano di Veltroni darà un’immagine di un partito a due teste.come vi regolerete?

«Non avverrà, perché le cose dette in Direzione da Fioroni e Veltroni rappresentano una ricchezza. Nei giorni scorsi abbiamo rischiato grosso, tra azioni e reazioni tutte sopra le righe, ma il risultato di ieri io lo considero importante».

C’è chi ha iscritto anche lei al partito degli insofferenti. Ha forse in animo diversi approdi?

«Cacciari ha detto che avrei anch’io la ‘valigia in mano’. È vero sono sempre in viaggio: qui a Eboli con l’iniziativa di ‘SudCamp’, tre giorni fa a Palermo. Ogni sera sono fuori casa per sostenere il PD».

E se Bonanni facesse con Fioroni un nuovo partito?

«Bonanni proprio qui ha risposto a tutte le illazioni uscite in questi giorni e io mi fido di ciò che dice. Continuo a credere che esista un’autonomia del sindacato e della politica. Come la politica non deve entrare nelle scelte del sindacato, così il sindacato non deve entrare nelle scelte interne dei partiti».

A proposito di ex Cisl, è vero che lei non è d’accordo a contraccambiare l’ingresso in maggioranza di Marini e Franceschini con nuove poltrone, come quella ventilata a D’Antoni?

«Sono contento che abbiano votato la relazione del segretario ed è ovvio che discuteremo insieme come migliorare la gestione unitaria del PD. Ma concordo con quanto detto da Castagnetti: non si tratta di aggiungere un posto a tavola, piuttosto di rifare la tavola nel suo complesso. Bisogna fare dei passi avanti e non possiamo accontentarci di sondaggi che ci inchiodano al 26%».

Visto la situazione può precipitare, come sperate di vincere se Casini ha confermato di essere incompatibile con Di Pietro?

«Non possiamo arrestarci all’ineluttabile. Son convinto che l’allargamento dell’opposizione sia necessario. Casini evoca sempre  il modello Marche, che significa: leadership del PD, un candidato della sinistra alternativo, un’alleanza al centro che però comprende anche l’IDV.>Penso che si debba tentare una forma di convivenza».

Ora il Movimento dei 75vi sfiderà sui contenuti:finirà con un PD che lancerà programmi paralleli?

«No, all’assemblea di Varese proporremo questi temi: la riforma del fisco, le politiche per le piccole imprese, un sistema sanitario per una società invecchiata, federalismo e ruolo dei sindaci, mobilità e sviluppo delle infrastrutture, un sistema scolastico che fa acqua da tutte le parti. Argomenti sui quali voteremo in assemblea e credo che un’unità più reale e trasversale tra noi si realizzerà proprio sui temi concreti. E poi, chi potrebbe  dirsi contrario alle proposte di legge sul Sud (per demolire gli scempi architettonici, per una “bonifica sociale” di Zen, Scampia e Rosarno) che ho fatto qui a SudCamp».

Un’ultima domanda: cosa farete se alle primarie vincerà Vendola?

«È impossibile, è una cosa che non può accadere e non ci poniamo il problema. Se succedesse, periodo ipotetico dell’impossibilità, Berlusconi tornerebbe a fare il premier, punto. E poi aggiungo: le elezioni non sono state convocate, noi vogliamo votare con un’altra legge elettorale, fatta da un governo istituzionale dopo che la settimana prossima sarà caduto Berlusconi».