Un impegno straordinario ma non facciamo autogol

Un impegno straordinario ma non facciamo autogol

Intervista rilasciata da Enrico a la Repubblica martedì 5 aprile 2011

«La situazione è così grave che c’è bisogno di un impegno straordinario, nel paese, in Parlamento, nelle piazze. Ma attenti a non fare autogol, a non commettere errori come il lancio di monetine, mercoledì contro La Russa davanti a Montecitorio». Enrico Letta, vice segretario del Pd, raramente è sceso in piazza.

Ma questa volta sarà alla manifestazione del Pd al Pantheon, onorevole Letta?

«Farò di tutto per essere ovunque, sia nella piazza organizzata da noi che in quella dei movimenti. Non vedo contraddizione tra la piazza e fare il nostro lavoro in Parlamento. Nelle manifestazioni indette dalla società civile ovviamente i politici staranno in secondo piano perché protagonista è la società civile».

Mercoledì scorso c’è stato il lancio di monetine contro il ministro La Russa; il rischio di incidenti è sempre dietro l’angolo?

«Sarebbe un boomerang, se ci fosse un qualsivoglia incidente. Tutti coloro che organizzano e che parteciperanno alle mobilitazioni vogliono il buon esito di queste iniziative. Non bisogna fare autogol, quindici vuole il doppio di attenzione».

In questo clima di mobilitazioni di piazza, l’invito del presidente Napolitano a maggiore responsabilità e meno rissosità resta inascoltato?

«Il monito di Napolitano è stato fondamentale in quel momento. Mercoledì e giovedì scorsi però, le cose peggiori sono capitate in aula non in piazza. Dopo di che, il decoro non prevede che l’ingresso della Camera sia assediato ma che si manifesti a un centinaio di metri di distanza. Nel pomeriggio di mercoledì gli errori sono stati di gestione dell’ordine pubblico; la provocazione di La Russa e della Santanchè; il lancio di monetine. Mai come ora penso che all’Inno di Mameli andrebbe aggiunta, parafrasandola, una frase dell’Inno inglese: “Dio salvi il presidente della Repubblica”. Solo la presenza e l’autorevolezza di Napolitano sta tenendo insieme le istituzioni. E nelle istituzioni il Pd conduce la sua battaglia senza Aventino, senza abbandoni, ma dimostrando che questo governo non ha più benzina».

Un governo senza benzina, lei dice, ma che va avanti, magari per forza d’inerzia?

«Ormai sta perdendo consenso. Da tanti anni vado a Cernobbio, il mondo delle imprese e delle finanza ha sempre guardato più al centrodestra che al centrosinistra, ma ora in un referendum online il 60% ha bocciato la politica del governo. Un fatto che dimostra quanto le cose stiano cambiando».