Collegio Toscana 12, il senso della mia candidatura

Collegio Toscana 12, il senso della mia candidatura

apertura campagna elettorale Letta in ToscanaIn queste settimane ho avuto i primi incontri sul territorio del Collegio Toscana 12: nella provincia senese e in quella aretina. Incontri che mi hanno persuaso ancora di più di aver fatto bene ad accettare l’invito a candidarmi giunto dal PD delle due province.

Rifiutare sarebbe stata una diserzione. Sottovalutare la sfida sarebbe un atto di arroganza e miopia verso il mio partito e verso questo territorio.

È del tutto naturale che il PD sia il riferimento, il punto di partenza, di questo processo, appartenendo il deputato uscente al gruppo dem ed essendo io il segretario nazionale del Partito che rappresenta la forza politica del centrosinistra più radicata nel Collegio.

Tuttavia, sarei incoerente con tutto quel che ho fatto e detto in questi quattro mesi se confinassi l’orizzonte della mia candidatura al Partito che ho l’onore di guidare. Fin dall’inizio, e oggi a maggior ragione, lavoro per la costruzione di un campo largo – democratico, riformista e progressista – alternativo alle destre populiste e antieuropee.

Con questo spirito ho incontrato, da marzo, tutti i movimenti e i partiti interessati a tale prospettiva.

Con questo spirito ho lanciato le Agorà democratiche, che in autunno saranno strumento e occasione di partecipazione e coinvolgimento di cittadini e militanti: nei singoli partiti della coalizione e nella società civile, attraverso le reti di cittadinanza e l’associazionismo di quanti si riconoscono nei valori del centrosinistra, oltreché della Costituzione.

Con questo spirito, infine, ho provato a impostare la rete di alleanze per le elezioni comunali e regionali di autunno.

Per tutti questi motivi chiedo apertamente e pubblicamente il sostegno ai cittadini, ai movimenti, alle associazioni, ai partiti che sul territorio del Collegio sono interessati a convergere sul mio nome, a promuovere una visione chiara e sostenibile di sviluppo del territorio, a sventare la vittoria del candidato unitario delle destre.

L’elezione suppletiva, in un collegio uninominale e per l’attuale scenario politico, è una corsa sostanzialmente a due. Avendo le forze politiche del campo contrapposto al nostro trovato un accordo unitario su un candidato, ritengo prioritario ricercare l’unità più ampia possibile.

È solo in questa direzione, con la massima apertura e la massima umiltà, che sono intenzionato a muovermi.