Faremo le riforme col cacciavite

Faremo le riforme col cacciavite

“Faremo le riforme col cacciavite”, così Enrico Letta alla presentazione delle proposte PD per la Pubblica amministrazione, pubblico impiego e innovazione che si è svolta oggi nella sede del PD “l’incapacità decisionale è il grandissimo problema del nostro Paese, dobbiamo intervenire per rendere più efficienti le istituzioni. Ci proponiamo di farlo attraverso interventi normativi, non per mezzo di grandi riforme epocali come Brunetta o Bassanini: faremo prevalere l’esigenza dell’efficacia sulla bandiera della politica, vogliamo superare la propaganda del ministro di Berlusconi, perché i fatti si costruiscono col cacciavite e non con gli slogan” .

Il vicesegretario dei democratici indica le priorità da realizzare subito, nel 2013: “Legge elettorale a doppio turno, alla francese, e dimezzamento del numero dei parlamentari. Vogliamo che la prossima legislatura sia una legislatura costituente, cercheremo di ottenere larghe maggioranze, a cominciare dall’elezione delle più alte cariche istituzionali: i presidenti delle Camere e della Repubblica. La seconda grande scelta del governo Bersani è la riduzione della tassazione sul lavoro, per restituire denaro ai lavoratori e risorse agli imprenditori. Lotta senza quartiere alla corruzione, reintroduzione della Iegge sul falso in bilancio, rafforzamento delle norme su prescrizione e riciclaggio, “azzoppate all’azione del centrodestra nel governo Monti” saranno gli strumenti “per ripulire il Paese dalle zone grigie”.

In apertura di conferenza, è stato Marco Meloni a illustrare i punti del progetto democratico, sottolineando come sia una scelta di metodo che si intende assumere verso la comunità, la larga condivisione con cui si è prodotto questo lavoro. I tre livelli in cui si articola – 100 giorni, 2013 e 2018 – sono le tappe di un programma di riforma e ammodernamento di un “sistema pubblico, che è infrastruttura fondamentale per la democrazia”. Riforma che si vuole “attenta al risultato più che alle norme”, che si esprime più sulla “valutazione preventiva e successiva delle leggi che sulla loro, spesso eccessiva, produzione”. I progetti giovani e eccellenze rivelano l’attenzione alle persone, “che non sono troppe né fannullone”.

Oriano Giovanelli ha sottolinea come “lavoro e lotta per la legalità sono i principi ispiratori del documento. Mettendoci dalla parte dei cittadini, bisogna riconoscere la funzione di struttura portante di ogni Paese, contro un’ideologia usata per distruggerla”. Se la P.A. non è cosa indistinta, ma realtà multiforme, e la nostra è la più vecchia – ha ricordato il Presidente del Forum del P.A. – “va ringiovanita e riorganizzata: nostro obiettivo è abbassare l’età e ripensare la formazione e il rapporto con le università”. In un’ottica di riorganizzazione della pubblica amministrazione è necessario il “governo della mobilità, spostare personale dove si producono servizi piuttosto che funzioni. Si possono assumere mille persone che si occupino di riorganizzare gli acquisti, attivando progetti di risparmio e innovazione”.

“Servono piani industriali, che necessitano tempi, risorse, rendicontazione, che possano superare tagli lineari, restituendo risorse agli enti locali. I piani industriali necessitano di interlocutori, i dipendenti sono” una risorsa in questa propsettiva, va riattivato un circuito-rete in cui la P.A. è rete fra le reti, perché finalmente si riattivi una contrattazione seria, che porti allo sblocco del turnover”.

In chiusura, è stato ancora Letta a intervenire sulla vicenda Finmeccanica, sollecitando “il governo ad assumere decisioni rapidissime per dare il segno che Finmeccanica abbia un timone. Una situazione di emergenza che designi una guida in grado di rassicurare i territori che ospitano gli impianti produttivi, i mercati e gli investitori internazionali”.