Non possiamo incolpare Obama dei nostri fallimenti

Non possiamo incolpare Obama dei nostri fallimenti

Obama LettaPubblico la traduzione di un commento che ho scritto per Politico.eu il 21 aprile 2016

Per molti europei, Obama è il presidente che non li ha amati abbastanza. La fine del suo secondo mandato conferma alcuni dei suoi partner europei in questa loro idea, così come le valutazioni sulla sua schiettezza su temi sensibili come la Libia o la mancanza di competitività dell’Europa dominano i media nazionali.

Non condivido questa posizione. Obama non è stato affatto un presidente euro-timido. Ha dimostrato una qualità tipica anche di noi europei – la tendenza a vedere se stessi come il centro del mondo. Noi abbiamo reagito alla strategia di Obama di pivot verso l’Asia come amanti gelosi, senza renderci conto che Obama ha fatto una scelta naturale e fondamentale per un paese che è altrettanto Pacifico quanto Atlantico. Anche noi dovremmo guardare all’Asia come il futuro, visto che la sua crescente importanza sembra inarrestabile.

Obama ha lavorato con noi fianco a fianco su ogni tema delicato che abbiamo affrontato. Ha aiutato l’UE a uscire dalla crisi dell’euro; ha condiviso importanti decisioni su cruciali questioni internazionali come la Libia, la Siria, l’Ucraina, e l’Iran; ha spinto per un ritorno dal G8 al G7, creando così un nuovo forum di cooperazione transatlantica. Ancor più significativo, non ha diviso l’Europa come il suo predecessore.

In sostanza, non vedo di cosa si possa accusarlo.

Piuttosto dovremmo riflettere sul nostro personale fallimento: come europei siamo stati incapaci di diventare attori centrali e decisivi in un mondo che cambia.