Basta doppi incarichi negli enti pubblici

Basta doppi incarichi negli enti pubblici

Testo tratto dal comunicato stampa delletta conf Consiglio dei Ministri n.47 del governo Letta

 

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Enrico Letta, e del Ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D’Alia, ha approvato un disegno di legge contenente disposizioni in materia di incompatibilità presso enti pubblici nazionali, in particolare per presidenti e amministratori.
Il disegno di legge, che verrà trasmesso al Parlamento con procedura d’urgenza, è volto a colmare una lacuna normativa disciplinando il regime di incompatibilità per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo in particolare un regime di esclusività volto a prevenire situazioni di conflitto di interesse negli enti di notevole rilevanza.
Si prevede che in relazione all’importanza degli enti e alla loro sfera di attività, il presidente e gli amministratori degli enti pubblici nazionali non potranno rivestire la carica di amministratori o componenti degli organi di controllo e revisione in enti e società né esercitare attività imprenditoriali o commerciali o intrattenere rapporti di lavoro.
Allo stesso modo è previsto che il presidente e gli amministratori degli enti pubblici nazionali non possano esercitare attività professionale o di consulenza, in materie connesse con l’ambito di competenza dell’Ente di appartenenza.
Il governo ha deciso di accelerare i tempi della riforma della governance dell’Inail e dell’Inps soprattutto dopo la fusione avvenuta con Inpdap. Per questo il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, accelererà il confronto con le parti sociali e con le forze politiche in modo da assicurare la presentazione al Parlamento del disegno di legge di riforma in tempi brevi.

 

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente e Ministro dell’Agricoltura, Enrico Letta, ha approvato un disegno di legge con nuove disposizioni per il sostegno al Made in Italy, la semplificazione, la competitività e la riorganizzazione del settore, collegato alla legge di stabilità 2014.

Sostegno al Made in Italy

Tra le principali novità introdotte c’è la creazione di un marchio per il Made in Italy agroalimentare, che contribuirà a rendere più semplice per i consumatori di tutto il mondo il riconoscimento dei prodotti autenticamente italiani. Il marchio sarà privato, facoltativo e in linea con la normativa europea e potrà dare un decisivo contributo alla lotta alla contraffazione e all’Italian sounding, che producono un danno all’export italiano di circa 60 miliardi di euro. Con lo stesso provvedimento si istituisce un credito di imposta per le aziende che investano in infrastrutture logistiche e distributive all’estero per i prodotti italiani. L’obiettivo è colmare uno dei principali gap che frena le esportazioni del Made in Italy, ovvero l’assenza di forti piattaforme distributive italiane fuori dai confini nazionali.

Semplificazione

Sul fronte della semplificazione si interviene sui controlli, attraverso un rafforzamento del coordinamento delle attività degli organi di vigilanza, il divieto della duplicazione degli accertamenti e l’interscambio di dati informatici sotto il coordinamento delle prefetture. Con queste misure si garantisce l’efficacia del controllo, aumentando il numero di aziende che verranno controllate, evitando sovrapposizioni e andando incontro alle esigenze produttive delle imprese. Grazie alle norme del collegato sarà possibile aprire un’attività agricola in tempi più rapidi, considerato che il termine per il silenzio assenso per i procedimenti amministrativi è stato tagliato di due terzi, passando da 180 a 60 giorni, con una piccola rivoluzione per le start-up agricole. Sono previste anche ulteriori diposizioni di abbattimento del carico burocratico per specifiche esigenze delle aziende agricole e per il settore biologico.

Competitività

Al fine di aumentare la competitività del comparto agroalimentare italiano nel suo complesso sono fissati interventi di sostegno su vari fronti. Per il ricambio generazionale e l’imprenditoria giovanile si completa l’intervento iniziato con il decreto “Destinazione Italia” di dicembre 2013. L’obiettivo è sostenere le piccole e micro imprese condotte da under 40 attraverso mutui agevolati che consentano investimenti nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, alleviando i problemi di accesso al credito. Sono previsti finanziamenti per l’innovazione tecnologica nel settore primario, sostegno all’agricoltura sociale e ai prodotti a filiera corta, oltre all’allineamento dell’ordinamento nazionale agli orientamenti comunitari in materia di gestione del rischio in agricoltura e di regolazione dei mercati. In particolare per il sostegno al reddito degli agricoltori, si dovranno recepire gli strumenti previsti dalla Politica agricola comune 2014-2020 quali i fondi di mutualizzazione e lo strumento per la stabilizzazione dei redditi. Si introducono infine nuove disposizioni per i prodotti trasformati derivati dal pomodoro e per il riso, con l’obiettivo principale di garantire la qualità dei prodotti in commercio a tutela del consumatore e della leale concorrenza.

Riorganizzazione

In linea con gli obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica e di spending review, si prevede una delega al Governo per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il riordino risponderà a criteri di efficienza, di valorizzazione delle professionalità e prevede la destinazione del 50% dei risparmi di spesa generati per il finanziamento di politiche a favore del settore agroalimentare. In particolare si prevede la riorganizzazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), anche attraverso possibilità di concentrare delle attività sul Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; la razionalizzazione del Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (CRA), che assorbirà anche le funzioni dell’Istituto nazionale di economia agraria (INEA) che viene soppresso; il potenziamento dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, ISMEA, al quale vengono demandate le funzioni di ISA s.p.a, che viene soppressa. Con l’obiettivo ulteriore di razionalizzare la normativa in materia agroalimentare e pesca, il collegato contiene una disposizione che delega il Governo ad adottare decreti per aggiornare la normativa, abrogando quella obsoleta, organizzando le disposizioni per settori omogenei o per materie, coordinando le norme e risolvendo eventuali incongruenze e antinomie.

Il Consiglio ha approvato, su proposta del Ministro degli Affari esteri, Emma Bonino, tre disegni di legge per la ratifica dei seguenti Atti internazionali:

  • Trattato fra l’Italia e la Cina in materia di reciproca assistenza giudiziaria penale, fatto a Roma il 7 ottobre 2010 (co-proponente il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri); scopo dell’Accordo è consentire a ciascuno dei due Stati contraenti di prestarsi reciproca assistenza giudiziaria in ogni procedimento concernente reati la cui repressione è competenza dello Stato richiedente.
  • Trattato di estradizione fra l’Italia e la Cina, fatto a Roma il 7 ottobre 2010 (co-proponente il Ministro della Giustizia), con cui i due Stati si impegnano a consegnarsi,  secondo  le  norme  e  le  condizioni  determinate  nello  stesso,  le  persone  che, trovandosi sul territorio di uno dei due Stati, sono perseguite o condannate dalle autorità giudiziarie dell’altro Stato, ai fini dello svolgimento del processo o  dell’esecuzione della pena. La  ratifica  del  Trattato  è  in  linea  con  il  programma  di  Governo  di  rafforzamento  della cooperazione giudiziaria penale per il contrasto al crimine transnazionale.
  • Protocollo di modifica della Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari del 9 maggio 1980, fatto a Vilnius il 3 giugno 1999 (co-proponente il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi). Questi i principali obiettivi che la nuova Convenzione si propone di raggiungere:
  • distinzione delle responsabilità tra gestori dell’infrastruttura e imprese di trasporto;
  • fluidificazione e sviluppo organico del trasporto ferroviario internazionale;
  • superamento degli ostacoli giuridici e tecnici relativi alla circolazione ferroviaria in traffico internazionale;
  • creazione di una base giuridica che contribuisca alla soppressione degli ostacoli che impediscono il superamento delle frontiere nel traffico ferroviario internazionale;
  • ridefinizione delle condizioni relative al risarcimento di danni in caso di incidente o in caso di ritardo del treno.

Su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, il Consiglio ha poi approvato un disegno di legge che disciplina un regime fiscale speciale in relazione ai rapporti tra il territorio in cui si applica la legislazione fiscale amministrata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano e il territorio in cui si applica la legislazione fiscale amministrata dall’Agenzia fiscale, Ministero delle finanze, di Taipei (Taiwan) e disciplina gli aspetti fiscali inerenti alle relazioni economiche poste in essere tra i residenti dei due territori. Il disegno di legge ricalca, nella sostanza, gli schemi più recenti accolti sul piano internazionale dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), discostandosene solo per taluni aspetti, dovuti a particolarità dei sistemi fiscali dei due territori, in particolare la tassazione delle persone fisiche applicata sul territorio di Taiwan sulla base del principio di territorialità, nonché la mancanza di riconoscimento di Taiwan quale entità politica autonoma.

Il Consiglio ha approvato, su proposta dei Ministri dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, Gianpiero D’Alia, e per gli Affari regionali e le Autonomie locali, Graziano Delrio, uno schema di decreto legislativo correttivo e integrativo del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, concernente Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42. Il decreto costituisce la più ampia e organica riforma, di contabilità degli enti territoriali  mai realizzata in Italia,  diretta a garantire la qualità e l’efficacia del monitoraggio e del consolidamento dei conti pubblici ed a superare l’incapacità del vigente sistema contabile di dare rappresentazione ai reali fatti economici (ad esempio misurare i debiti commerciali). Il provvedimento in coerenza con le disposizioni previste dalla legge costituzionale n. 1 del 2012, recentemente entrata in vigore e che impone una omogeneità in materia di bilanci pubblici, pertanto promuove:

  • l’individuazione di regole contabili uniformi e di un comune piano dei conti integrato;
  • la definizione di una tassonomia per la riclassificazione dei dati contabili e di bilancio per le amministrazioni pubbliche tenute al regime di contabilità civilistica;
  • l’adozione di comuni schemi di bilancio articolati in missioni e programmi coerenti con la classificazione economica e funzionale individuata dagli appositi regolamenti comunitari in materia di contabilità nazionale e relativi conti satellite;
  • l’affiancamento, ai fini conoscitivi, al sistema di contabilità finanziaria, di un sistema e di schemi di contabilità economico-patrimoniale;
  • la definizione di un sistema di indicatori di risultato semplici, misurabili e riferiti ai programmi del bilancio, costruiti secondo criteri e metodologie comuni alle diverse amministrazioni.

Lo schema di decreto legislativo verrà trasmesso alla Conferenza unificata e successivamente alle Commissioni parlamentari (di merito e per il federalismo fiscale) per i pareri prescritti.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, uno schema di decreto del Presidente della Repubblica nel quale vengono individuate le procedure per l’attivazione dei poteri speciali nei settori della difesa e della sicurezza nazionale.
I poteri speciali sono esercitati in caso di minaccia di grave pregiudizio per gli interessi nazionali e consistono in interventi autoritativi di varia natura nei confronti di imprese che svolgono attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale.
Con il nuovo regolamento sono rafforzati i poteri di coordinamento della Presidenza del Consiglio. In particolare, è previsto che, con successivo decreto presidenziale, si provvederà a:

  • Individuare l’Ufficio della Presidenza responsabile delle attività di coordinamento, nonché gli uffici dei Ministeri interessati;
  • Istituire un Gruppo di coordinamento presieduto dall’Ufficio della Presidenza del Consiglio e composto dai responsabili designati dai Ministeri interessati;
  • Implementare procedure telematiche necessarie a garantire il tempestivo esercizio dei poteri speciali e la sicurezza dei dati trasmessi.

Inoltre, il decreto del Presidente della Repubblica introduce disposizioni per:

  • assicurare le modalità di coordinamento delle attività di monitoraggio delle determinazioni assunte dal Governo con il provvedimento di esercizio dei poteri speciali;
  • individuare nella Presidenza del Consiglio l’autorità competente all’irrogazione delle eventuali sanzioni amministrative pecuniarie, per le violazioni degli obblighi derivanti dall’articolo 1 del decreto-legge;
  • sottrarre al diritto di accesso delle informazioni, dati e notizie contenuti nei documenti originati dalla PA o dai privati per le finalità dell’esercizio dei poteri speciali, facendo salva la necessità di conoscenza per la tutela di interessi giuridici soggettivi, ai sensi dell’art. 24, comma 7, della legge n. 241/1990.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio e dei ministri per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D’Alia, e degli Affari Regionali e Autonomie, Graziano Delrio, un regolamento che modifica il DPR 187 del 1998, per ridefinire le procedure e i limiti dei contributi da rimborsare ai comuni che hanno sostenuto spese per il funzionamento degli uffici giudiziari. Viene definito il criterio del costo standard, che sarà definito con separato decreto per ciascun ufficio giudiziario, al fine di evitare differenze di costi tra comuni per gli stessi servizi, nell’ottica della razionalizzazione delle risorse e in linea con l’azione di spending review messa in campo dal governo.
Con questo intervento si intende rendere la spesa più facilmente controllabile da parte dell’amministrazione della giustizia, incentivando allo stesso tempo prassi virtuose di corretta gestione dei flussi finanziari, mediante un adeguato controllo delle spese rimborsabili.

In conformità ed in attuazione di quanto disposto dal decreto legge in materia di revisione della spesa pubblica (n.95 del 2012) ed in particolare con la previsione che i Ministeri attuino una riduzione consistente degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche del personale dirigente e non, il Consiglio dei ministri ha approvato due primi regolamenti per la riorganizzazione dei Ministeri dell’Istruzione, università e ricerca e della Salute
Ciascun Ministero ha operato una scelta improntata alla razionalizzazione e alla diminuzione della spesa, compiendo autonome scelte organizzative coerenti e compatibili con le esigenze delle proprie funzioni ma con il comune obiettivo di spending review dettato dal decreto legge.

Regolamento di organizzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

A seguito della riduzione del 20%, la nuova dotazione organica degli uffici dirigenziali generali viene ridotta da 34 a 27 posti, con una contrazione di n. 7 posti di dirigente di I fascia. La riduzione dei n. 7 uffici dirigenziali generali si realizza attraverso due diverse azioni:

  • la soppressione di n. 3 direzioni generali in seno all’amministrazione centrale, una per ciascun dipartimento;
  • la direzione, da parte di dirigenti non generali, degli Uffici scolatici regionali con una popolazione studentesca inferiore a n. 150.000 unità, e cioè l’Ufficio scolastico regionale per il Molise (42.000 studenti), l’Ufficio scolastico per la Basilicata (84.000 studenti), l’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria (119.000 studenti), l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli-Venezia Giulia (145.000 studenti).

Per quanto riguarda gli uffici dirigenziali di livello non generale, la  riduzione della dotazione organica è stata superiore al 20%, a causa di compensazioni orizzontali (operate dal Funzione Pubblica) e verticali (con enti di ricerca), adottate sulla base della direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione n. 10/2012. Pertanto la nuova dotazione organica degli uffici dirigenziali di livello non generale viene ridotta da 544 posti a 413 posti – di cui 191 dirigenti tecnici e 222 dirigenti amministrativi – con una contrazione di n. 131 uffici.
Relativamente al personale di livello non dirigenziale, per effetto della riduzione della spesa pari al 10% di cui al sopraccitato decreto legge, cui si sono aggiunte compensazioni verticali e orizzontali, la nuova dotazione organica dei posti non dirigenziali passa da 7.034 posti  a 5.978 unità, con una contrazione di 1056 posti corrispondenti ad un risparmio (pari ad euro 34.958.508).
La dotazione organica complessiva del personale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sarà, dunque, complessivamente pari a 6.418 unità:

  • 27 dirigenti di I fascia
  • 413 dirigenti di II fascia
  • 2.490 unità di Area III
  • 3.144 unità di Area II
  • 344 unità di Area I

Regolamento di organizzazione del Ministero della Salute

Rispetto al vigente regolamento che prevede un’articolazione del dicastero in dipartimenti (attualmente in numero di tre) e in un ufficio generale, di livello non dipartimentale, la nuova organizzazione si caratterizza per l’eliminazione delle strutture dipartimentali e la istituzione del segretariato generale. Tale scelta è coerente con una lettura del quadro normativo maggiormente in linea con le specifiche esigenze di funzionalità del Ministero della salute e quindi con il principio costituzionale di buon andamento della pubblica amministrazione. Più in particolare con l’introduzione della figura del segretario generale si mira a operare una razionalizzazione delle funzioni di coordinamento delle strutture ministeriali rafforzando l’unitarietà dell’agire amministrativo del Dicastero e, nel contempo, si  corrisponde a tutte le prescrizioni intervenute in materia di razionalizzazione della spesa, accrescimento dell’efficienza dell’azione amministrativa, riduzione del personale di supporto e centralizzazione dei servizi comuni. L’eliminazione delle strutture dipartimentali consente inoltre un maggiore risparmio in termini economici in correlazione con la soppressione di un numero equivalente di direzioni generali.

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha presentato al Consiglio dei ministri il Piano Nazionale per la Ricerca (PNR) 2014-2020.
Il nuovo PNR, che si vuole trasformare da triennale a settennale (2014-20) per allinearsi con il Programma Quadro europeo Horizon 2020, si pone come obiettivo:

  • rilanciare la ricerca in Italia;
  • avviare Grandi Progetti Nazionali di innovazione;
  • creare nuova occupazione;
  • favorire la crescita dell’autonomia dei nostri ricercatori e il trasferimento non solo di tecnologie e brevetti, ma anche di competenze, all’interno di una cornice Paese.

È il frutto di una consultazione molto ampia portata avanti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, che sta coinvolgendo tutti gli stakeholder maggiori, pubblici e privati, centrali e regionali, raccogliendo finora 2.145 manifestazioni di interesse. Il Programma è il risultato quindi di un grande impegno di ascolto, coordinamento e internazionalizzazione e punta a definire un sostanziale cambio di rotta rispetto alle politiche degli ultimi anni, con l’obiettivo di rimettere il sistema della ricerca al centro dei meccanismi di creazione di ricchezza culturale, sociale ed economica del Paese.
Il Programma identifica un piano d’azione attento alle sfide maggiori che la società contemporanea propone, identificate a livello comunitario, e al tempo stesso frutto di una declinazione nazionale di quelle sfide, che emerge dalla strategia di specializzazione intelligente dei territori. Le sfide individuate sono undici:

  • Scientific and cultural progress;
  • Health, demographic change and wellbeing;
  • European Bio-economy Challenges;
  • Secure, clean and efficient energy;
  • Smart, green and integrated transport;
  • Climate action, resource efficiency and raw materials;
  • Europe in a changing world – inclusive, innovative and reflective societies;
  • Space and astronomy;
  • Secure societies – protecting freedom and security of Europe and its citizens;
  • Restoring, preserving, valuing & managing the European Cultural Heritage, Creativity;
  • Digital Agenda.

Tre sono gli assi prioritari sui quali il Programma si muove: a) lo sviluppo e l’attrazione di capitale umano altamente qualificato, da inserire nel tessuto produttivo del Paese; b) l’identificazione di un numero limitato di importanti progetti tematici (con il corredo delle rispettive infrastrutture) a forte impatto sul benessere dei cittadini; c) la promozione, anche attraverso il trasferimento di conoscenza e competenze, della capacità d’innovare e di competere da parte del sistema delle imprese, in particolare delle piccole e piccolissime.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, prevede di investire circa 900 milioni di euro l’anno (6,3 miliardi in 7 anni) per la realizzazione del Programma. A questi si aggiungeranno le risorse destinate al PNR dagli altri Ministeri o Enti finanziatori.
Entro 60 giorni dall’approvazione del PNR da parte del CIPE, verranno costituiti dei Comitati di Programma (CP) specifici per ciascuna linea di intervento, formati da rappresentanti dei principali enti pubblici e privati partecipanti a quell’intervento, in primo luogo le Regioni, che ne definiranno linee guida e programmi.
(Slide del piano (PNR))

Nell’ambito dei rapporti dello Stato italiano con gli enti di culto diverso da quello cattolico, il Consiglio, su proposta del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha approvato due decreti presidenziali, il primo per il riconoscimento della personalità giuridica e la contestuale approvazione dello statuto dell’ente “Chiese Elim in Italia”, con sede nella città di Milano, il secondo per l’approvazione del nuovo statuto dell’ente “Comunità serbo-ortodossa”, con sede a Trieste. Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole su entrambi i decreti, riscontrandone la coerenza con le norme vigenti in materia di esercizio dei culti ammessi nello Stato.

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato le seguenti dichiarazioni di stato di emergenza:

  • Stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi nei giorni dal 17 al 19 gennaio 2014 nel territorio della provincia di Modena;
  • Stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni dal 25 al 26 dicembre 2013, dal 4 al 5 e dal 16 al 20 gennaio 2014 nel territorio della regione Liguria.